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La storia dello scrittoio

 

Un mobile per leggere e scrivere


Prima che fosse inventata la stampa, i libri erano oggetti pesanti e voluminosi, avevano una copertina di cuoio e pagine in pergamena, e necessitavano di un solido supporto per essere letti. Anche scrivere era un'azione più complessa di come lo è oggi, dato che richiedeva penna e calamaio. Nacque così un mobile per leggere e scrivere: lo scrittoio.

I primi esemplari erano dei semplici piani di supporto costituiti da un'asse inclinata; nel corso dei secoli questi mobili si evolsero nella forma e nelle funzionalità per adattarsi alle nuove necessità: si arricchirono di ante e cassetti per permettere di custodire anche i libri, i materiali da cancelleria e i documenti importanti.

Oggi uno scrittoio antico si inserisce in casa come un complemento d'arredo piacevole e di grande fascino, ma è molto più di un mobile: è un oggetto storico, che ha attraversato i secoli passando di generazione in generazione; i più antichi sono stati realizzati a mano e sono dei veri e propri capolavori d'arte. Ecco la loro storia.



La tradizione dei monaci amanuensi


Nel Medioevo gli scrittoi erano diffusi principalmente nei monasteri. I monasteri erano i luoghi dove si teneva traccia del sapere dell'umanità: qui si custodivano gli antichi e preziosi libri delle civiltà greca e romana, che venivano copiati pazientemente a mano dai monaci amanuensi, in un rituale quotidiano che comparava il lavoro minuzioso e ripetitivo alla preghiera (da cui ha origine il motto “Ora et labora”).

I monaci raramente sapevano leggere e scrivere, eppure capirono l'importanza di preservare le antiche opere perché il mondo non perdesse le conoscenze raggiunte dall'uomo nelle epoche passate.  Così, a lume di candela, si accingevano ogni giorno a trascrivere i libri in più esemplari, e per variare, abbellivano il testo disegnando delle miniature.

Fino al Medioevo, stare seduti era considerato un privilegio, perciò i monaci amanuensi scrivevano stando in piedi. La stanza in cui si scriveva era chiamata “scrittoio”, e solo dopo il Cinquecento il termine diventò il nome del mobile.



In origine lo scrittoio era un semplice tavolo dal piano inclinato, al di sotto del quale poteva nascondersi un vano in cui riporre carta e calamaio, talvolta suddiviso in piccoli scomparti. Era un mobile di piccole dimensioni e somigliava ad un leggio, che poteva essere spostato agevolmente all'occorrenza.

Nei monasteri, come anche nelle università, gli scrittoi erano i posti dove venivano custoditi i libri preziosi, e perciò inevitabilmente avevano un corpo superiore con mensole e vani rinchiusi dalle ante, talvolta anche dei comparti segreti chiusi a chiave per conservare gli oggetti più importanti.

Da allora lo scrittoio ha avuto una lunga evoluzione, trasformandosi in una varietà di modelli adatti ad ogni esigenza. Fu proprio nel Medioevo che si avviò una ampia produzione di tavoli per la scrittura, nel periodo che si affermò un nuovo modo di lavorare: il lavoro salariato.



Il Rinascimento e il culto per la letteratura


Fino all'Ottocento era raro trovare uno scrittoio nelle case comuni, perché poche persone sapevano leggere e scrivere, e pochissime possedevano dei libri; spesso l'unico libro della casa era la Bibbia, scritta in latino.

I primi scrittoi diffusi nelle abitazioni erano infatti i luoghi dedicati alla lettura delle Scritture Sacre, ma ben presto divennero anche comode superfici per scrivere le lettere e firmare i documenti. Il piano di legno era rivestito di un sottile strato di cuoio per permettere una scrittura più fluente.

Il culto per le arti e la letteratura nel Rinascimento rese lo scrittoio un mobile indispensabile nelle famiglie più abbienti; questo veniva collocato nello studio, nel salone o accanto ad un punto di luce ed era il luogo dedicato allo studio, alla lettura e allo svago.



Anche le donne avevano accesso alla cultura nelle famiglie aristocratiche; esse amavano leggere, scrivere lettere e tenere dei diari su cui segnare i propri pensieri o avvenimenti quotidiani.

Per venire incontro alle loro esigenze, nel Settecento venne ideato il sécretaire, un modello elegante e decorativo di scrittoio che assecondava il gusto femminile. Dalle forme dolci e sinuose, il sécretaire ha un'anta ribaltabile che rivela al suo interno una moltitudine di cassetti e vani per custodire libri e oggetti preziosi; alcuni modelli hanno la duplice funzione di contenitori e presentano vari scomparti nel corpo inferiore.

In quest'epoca i mobili si arricchiscono di intarsi, decori floreali, inserti in bronzo, porcellana e madreperla. Compare il bonheur du jour, un tipo di scrittoio raffinato e di piccole dimensioni, che veniva usato dalle signore aristocratiche per scrivere lettere e diari. Alcuni modelli erano dotati di supporti per le candele, in modo che il piano fosse sempre illuminato.



La nascita dell'ufficio


La storia dello scrittoio è strettamente legata all'evoluzione dell'ufficio come luogo di lavoro.
Il lavoro burocratico è sempre esistito, e per secoli si è basato sul modello dei monaci amanuensi: era un lavoro intellettuale, da svolgere in solitudine e in riflessivo silenzio.

La crescita degli scambi commerciali nel Rinascimento rese necessaria una maggiore attività di organizzazione, e gli incarichi amministrativi si moltiplicarono.
I burocrati degli uffici di stato e degli studi borghesi avevano una stanza propria in cui lavorare e disponevano di una scrivania sontuosa e pregiata, che rappresentava uno status symbol sociale. 
L'idea alla base era che la concentrazione forzata favorisse la produttività, e nell'Ottocento si associò a quella dell'intellettuale e dell'artista che necessitano di isolarsi dal mondo.



 

I luoghi di lavoro più comuni invece erano dei grandi stanzoni con file e file di scrivanie, a cui lavoravano svariate persone. Questa disposizione era dettata da motivi economici, ma anche dal fatto che la maggior parte del lavoro richiedeva compiti ripetitivi e gli impiegati potevano aiutarsi a vicenda, inoltre erano meglio controllati dallo staff. Le scrivanie erano dei semplici tavoli di grandi dimensioni, con numerosi cassetti per conservare i documenti.

La macchina da scrivere è stata l'oggetto più importante dell'ufficio per tutto il Novecento, almeno fino all'arrivo dei computer negli anni '80. Furono ideate delle scrivanie più piccole e basse per i dattilografi, ma oltre a queste non vi erano particolari accortezze per la comodità degli impiegati in ufficio.

Solo verso il 1950 i designer iniziarono a volgere l'attenzione ai luoghi di lavoro. I mobili iniziarono ad essere pensati tenendo conto anche alle esigenze fisiche e psicologiche degli impiegati, come il bisogno di cambiare posizione, e divennero più ergonomici; gli uffici venivano arredati rispecchiando lo stile architettonico dell'edificio.



I banchi di scuola


Verso la fine del XIX secolo l'istruzione pubblica divenne obbligatoria per tutti i bambini, in gran parte degli stati europei. La grande partecipazione scolastica rese necessario dotare le classi di strumenti per imparare a leggere, scrivere e far di conto: nasceva così la scrivania scolastica, che poi si evolse nel banco di scuola che tutti oggi conosciamo.

Erano banchi di legno dal ripiano piatto e leggermente inclinato, con un buco per il calamaio e una fessura per poggiare la penna. I primi modelli erano attaccati ad una panca ed erano larghi abbastanza per far sedere due bambini, venivano sistemati in file parallele nelle classi. I ragazzi imparavano facendo gli esercizi su una lavagnetta, ma con il perfezionamento della didattica vennero muniti di quaderni e libri. I banchi di conseguenza si dotarono di uno spazio per riporre i libri, che poteva essere una mensola al di sotto del tavolo oppure un vano che si apriva sollevando l'asse.

I banchi erano di legno fino agli anni '60, quando venne introdotto l'acciaio cromato, e fu preferito per il basso costo, la praticità e il design innovativo che dava ai mobili. In questo decennio iniziarono ad essere prodotti i banchi per una persona sola. Negli anni '70 la plastica soppiantò definitivamente il legno e nacquero dei modelli più ergonomici.



Arredare lo studio con uno scrittoio antico


Decidere quale tipo di scrittoio antico inserire nell'arredamento di casa può essere entusiasmante, ma la scelta non è facile data la gran varietà di modelli.

Originariamente ogni tipo di mobile per la scrittura aveva caratteristiche diverse a seconda dell'uso che se ne sarebbe fatto. I più antichi sono caratterizzati da forme sinuose e leggermente bombate, che variano a seconda del tipo di legno utilizzato, in genere di rovere, noce o ciliegio.

Molti sono impreziositi da materiali pregiati e pietre ricercate usate come decorazione, hanno un grande valore sia estetico che economico e sono perfetti per arredare gli ambienti in stile classico.

Nei secoli lo scrittoio ha avuto una grande evoluzione ed è cambiato nel design, adattandosi alle nuove esigenze con l'avvento della tecnologia: prima la stampa, poi le macchine da scrivere, infine l'elettricità e i computer. Le innovazioni tecnologiche cambiarono rapidamente il modo di lavorare e di scrivere, portarono all'eliminazione di piani ribaltabili e cassetti a favore di superfici più spaziose per poggiare pc, tastiere, lampade e prese della corrente.



I tipi di scrittoi antichi


Scrittoio a ribalta
Il tipo più comune di scrittoio, è costituito da un corpo superiore con vari ripiani per conservare i libri, e un'anta ribaltabile, che quando è aperta diventa un piano di scrittura, quando è chiusa nasconde tutti i cassetti e ripiani all'interno. Lo scrittoio poggia su quattro gambe, ma talvolta il corpo inferiore può essere  dotato di ante cassetti.

Scrittoio a credenza
Lo scrittoio a credenza è una variante dello scrittoio a ribalta, con la differenza che questo è un mobile compatto e presenta cassetti in tutta la lunghezza. Da chiuso assomiglia a un comò, poichè il piano ribaltabile si chiude verticalmente (non resta inclinato) e ha l'aspetto di un cassetto.

Scrittoio bureau-plat
Lo scrittoio più utilizzato negli studi e negli uffici amministrativi è lo scrittoio a bureau, un mobile elegante e prestigioso che viene ancora molto apprezzato anche negli ambienti moderni. 
La superficie si scrittura è ampia e rivestita di pelle o cuoio, la parte inferiore ha vari cassetti su due colonne laterali. Si presenta in diversi modelli che variano per la forma della parte frontale, che può essere piatta (bureau-plat), oppure bombata o a serpentina.



Scrittoio secretaire 
Nel Settecento venne ideato il secretaire, uno scrittoio in cui il ripiano è una ribaltabile e al suo interno rivela una moltitudine di piccoli cassetti e vani per riporre libri e oggetti. Il secretaire riunisce in sé la scrivania con tutto l'ufficio, e un tempo era il modello più popolare di mobile per la scrittura che si trovava nelle abitazioni. Oggi è un oggetto ricercato da collezionisti e antiquari, ed è apprezzato soprattutto per la sua capacità di creare un'atmosfera elegante e raccolta anche nelle case contemporanee. I modelli più recenti sono più piccoli e leggeri, e possono essere smontati per agevolare il trasporto.  

Scrittoio a tamburo
E' simile al secretaire, con la differenza che la ribalta non è una superficie piatta ma è curva e composta da tante listelle di legno che si srotolano per aprire il vano interno, che presenta cassettini e scomparti. Quando si chiude la ribalta, l'intero ripiano per scrivere viene coperto.

Scrivania partner
Questo modello era popolare tra fine Ottocento e inizio Novecento, ed era particolarmente apprezzato dai banchieri che avevano bisogno di lavorare accanto al collega. È una scrivania larga, con fronte e retro identici, che consentiva quindi di sedersi e lavorare faccia a faccia. Di solito queste scrivanie sono in legno massiccio di mogano o quercia, hanno i cassetti sui lati anziché sul davanti e a volte il piano di scrittura è rivestito di pelle o cuoio.
 


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