Cappella Sistina

Il mestiere del restauratore, in equilibrio tra antico e nuovo

Il restauratore è un abile artigiano che si prende cura delle opere antiche, artistiche o architettoniche, e ne ripristina l'aspetto estetico originario e la fruibilità, rispettandone la collocazione storica e i valori artistici, emotivi e tecnici espressi dall'artista. Il suo è un mestiere antico, che si muove nel delicato equilibrio tra il vecchio e il nuovo. È un mestiere affascinante che richiede grande passione per l'arte e l'antichità, ma anche una buona manualità, senso artistico e una profonda conoscenza dell'arte e dei diversi materiali.

Restaurare significa ridare splendore alle opere che hanno attraversato i secoli e ne portano i segni, ma significa anche rispettare quei segni che il tempo ha lasciato. Fino a pochi decenni fa si usava cancellare ogni segno di usura e sporcizia, per far tornare l'opera al suo stato originario, ma oggi gli esperti convengono sull'importanza di preservare anche i segni del tempo, come caratteristiche proprie dell'opera. La patina, quello strato superficiale che riveste gli oggetti antichi e conferisce loro l'aspetto antico e vissuto, diventa nel tempo parte dell'opera e ne aumenta il fascino in modo vertiginoso.
Laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera
Laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera 


Fare il restauratore oggi significa integrare le conoscenze tradizionali con nuove tecnologie e conoscenze scientifiche, storico-artistiche e curatoriali.

Il restauratore realizza interventi di recupero su opere d'arte e artefatti antichi. Può scegliere tra varie aree di specializzazione: mobili antichi, libri e pergamene, dipinti e affreschi, artefatti lapidei, ceramiche, gioielli, artefatti lapidei, tessuti, strumenti musicali, opere architettoniche.

Oltre alle opere antiche, esistono anche aree dell'arte contemporanea che richiedono interventi di conservazione: non ci si pensa mai ma le statue di cera – ad esempio - necessitano di una manutenzione costante, e così anche tutte le opere contemporanee realizzate con plastica, materiali organici, vernici nate per utilizzi differenti.

Il restauratore deve anche essere in grado di capire quanto può durare un'opera, definire le migliori modalità di conservazione e di trasferibilità (da un museo ad un altro, ad esempio), considerando la deteriorabilità dei materiali con cui è composta. Agli alti livelli, il restauratore può avere anche la competenza di decidere se concedere un'opera in prestito o negare lo spostamento, per motivi di conservazione e integrità. 


I restauratori esperti ad oggi sono tutto sommato pochi, quelli in grado di interpretare un progetto e realizzarlo, sono generalmente piuttosto avanti con l'età. Negli ultimi decenni sono stati pochi i giovani che hanno scelto di intraprendere questo percorso e perciò manca un vero passaggio. Eppure questa professione offre interessanti possibilità di carriera, e i restauratori italiani sono molto richiesti all'estero, data la buona preparazione data dai corsi accademici e dalle scuole di restauro, oltre allo studio “sul campo” delle opere antiche che appartengono al patrimonio culturale italiano.

Per diventare restauratore si possono intraprendere percorsi di studi specifici, è importante conoscere infatti la storia dell'arte e avere competenze in chimica, biologia, trattamento dei materiali. Ma la cultura non basta, occorre soprattutto saper fare, e lo si impara facendo tanta pratica in laboratorio. I segreti della professione vengono tramandati oralmente nei laboratori degli artigiani, è quasi impossibile diventare esperti solo studiando sui libri. 


 Ecco come lavora un restauratore:
  • Per prima cosa esamina le condizioni dell'opera, guarda cosa ha causato il deterioramento e valuta il valore storico e artistico

  • Sceglie le tecniche migliori per interventi di restauro e conservazione, individua i materiali più adatti di cui usufruire senza rischiare di rovinare ulteriormente l'opera. Deve scoprire la storia dell'opera per pianificare al meglio le attività di intervento (se ci sono stati restauri precedenti, ecc..)

  • Il restauratore lavora nei laboratori di restauro, se l'opera è trasportabile; altrimenti installa un laboratorio sul posto dove si trovano le opere da restaurare, che può essere presso antiche chiese, monumenti, edifici antichi, scavi archeologici…
È un lavoro in parte artistico, in parte scientifico: richiede un approccio oggettivo perché il significato originario dell'opera non deve essere alterato ma preservato e trasmesso. 
restauro a Villa Guinigi 
Restauro di Villa Guinigi, Lucca



restauratore 

Come diventare restauratore


Non c'è un percorso fisso per diventare restauratori, ma chi è interessato a questo mestiere dovrebbe iniziare ad avvicinarsi al mondo dell'arte già dalle scuole superiori, scegliendo l'indirizzo artistico. Si può proseguire specializzandosi all'Accademia di Belle Arti ad indirizzo “Restauro”, alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, o una Scuola di Restauro statale.

La professione del restauratore richiede grande competenza nel trattare i diversi materiali delle opere da recuperare, perciò oltre ad apprendere la storia dell'arte e le tecniche artistiche che hanno caratterizzato ogni epoca, è importante fare molta pratica. La preparazione di un restauratore prevede infatti laboratori pratici e periodi di tirocinio in botteghe di artigiani, dove apprendere tecniche e segreti professionali da chi è più esperto.

È il percorso adatto per chi vuole intraprendere una professione intellettuale ma anche pratica, e avere la soddisfazione di vedere i risultati del proprio lavoro concretamente. Restaurare un'opera d'arte può essere un rompicapo, perché non esiste un metodo universale, ma ogni oggetto va analizzato nella sua unicità, nel massimo rispetto di ciò che è arrivato a noi dal tempo.



Le scuole di restauro


In Italia ci sono delle grandi scuole per il restauro riconosciute a livello internazionale:

Scuola per Artigiani Restauratori "Maria Luisa Rossi" - Torino
http://www.sermig.org/

Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale - Venaria (To)
http://www.centrorestaurovenaria.it/it

Opificio delle Pietre Dure - Firenze
http://www.opificiodellepietredure.it/

Scuola per il Restauro del Mosaico - Ravenna
http://www.sisamravenna.it/ita/

Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro - Roma
http://www.icr.beniculturali.it/
Laboratorio di restauro della Fortezza, Opificio delle Pietre Dure 



I percorsi da intraprendere:


Il restauratore deve innanzitutto acquisire le competenze di base della materia, poi si può specializzare in un ambito circoscritto, seguendo le proprie attitudini e interessi.

Le conoscenze fondamentali comprendono lo studio di Storia dell'arte e delle civiltà; Metodi di ricerca e documentazione; Tecnologia dei materiali; Teoria della conservazione; Storia e tecnologia della conservazione restauro; Chimica biologia e fisica dei processi di deterioramento e dei metodi di conservazione.

I percorsi formativi, offerti da tutte le scuole di restauro, sono:
  • Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell'architettura
  • Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile, manufatti in legno scolpito, arredi e strutture lignee, manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati o dipinti
  • Materiali e manufatti tessili e in pelle
  • Materiali e manufatti ceramici, vitrei e organici; manufatti in metallo e leghe
  • Materiale librario e archivistico, manufatti cartacei e pergamenacei, materiale fotografico, cinematografico e digitale.



Breve storia del restauro


Il restauro esisteva già nell'antichità. Per i greci, l'arte imitava la perfezione della natura e se un'opera veniva danneggiata, era subito ripristinata allo stato originario, perché ristabilisse il rapporto simpatetico con la natura e la divinità. Anche nell'antica Roma si restauravano i monumenti e le opere, per ripararle o per esaltarle; spesso le opere venivano rifatte in forme più grandiose per conservare la memoria della grandezza del popolo romano.

L'arte del restauro così come la si intende oggi, venne delineata per la prima volta nel XV secolo, come salvaguardia di un patrimonio del passato che è espressione dell'intelligenza umana. Il restauro non era ancora inteso come un mestiere vero e proprio, ma veniva eseguito in genere da artisti e pittori, che ridipingevano e sistemavano le opere secondo la propria sensibilità.

Bisogna aspettare il Seicento per una vera riflessione sul significato del restauro, che veniva applicato principalmente alla pittura: alcuni ritenevano lecito sostituire le parti danneggiate o intervenire sui dipinti con modifiche di gusto più moderno (si vedano tutti gli affreschi a cui sono stati aggiunti veli e abiti per coprire i corpi nudi), altri invece sostenevano l'importanza di rispettare le opere dei grandi maestri e consideravano offensivo modificare l'opera di un collega.


Con il tempo, il lavoro del pittore iniziò a distinguersi da quello del restauratore. Nel Settecento appaiono le botteghe di restauro, dove lavoravano gli specialisti nella pulitura dei dipinti, nel restauro di oggetti in legno e di cornici. Qui si studiavano e sperimentavano le tecniche e i materiali, attraverso la fisica e la chimica.

Nell'Ottocento divenne significativo il concetto di “patina”, quell'aspetto antico che prendono gli oggetti con il passare del tempo. Prima considerata solo uno strato di sporcizia da eliminare, la patina iniziò ad essere vista come una particolare tonalità cromatica che esaltava l'antichità dell'opera, valorizzandola.

Tuttavia per tutto il secolo il restauro implicava anche interventi integrativi sul dipinto, perché si riteneva fondamentale che l'osservatore potesse ammirare l'opera nel pieno splendore, e la prendesse come fonte d'ispirazione. Il restauratore nasceva di solito come pittore e si specializzava in seguito nella conservazione di opere antiche.

Le discussioni sulla conservazione nell'Ottocento si affiancavano alle riforme dell'insegnamento accademico e dell'organizzazione museale. Vennero istituite delle vere scuole per restauratori, che individuavano un nuovo fruitore delle opere d'arte: lo storico, che le considerava documenti di studio da preservare nella loro autenticità.
mosaico piazza armerina, sicilia 


Nel 1939 Cesare Brandi fondava l'Istituto Centrale per il Restauro, che fu una tappa verso l'evoluzione della disciplina in senso moderno. Brandi affermava: “il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro”.

Queste dichiarazioni costituirono l'inizio di nuove ricerche nel settore: la reintegrazione delle lacune nelle opere prevedeva interventi riconoscibili e reversibili, quindi le zone rovinate venivano integrate con tinte neutre, tratteggi, astrazioni cromatiche, eseguite con materiali asportabili come l'acquerello. Nel 1972 venne redatta la Carta del Restauro, la quale riconosceva il restauro moderno come intervento conservativo, basato su un'approfondita conoscenza del panorama storico e artistico.

Il dibattito sul restauro è aperto ancora oggi, e se da un lato gli esperti insistono per rispettare l'autenticità dell'opera, dall'altro sollevano dubbi sulla valenza estetica nel suo insieme, perché si è sviluppata la consapevolezza che anche le macchie a tinta unita – usate nel restauro - trasformano l'opera e trasmettono all'osservatore un'impressione differente da quella originaria.



 



Approfondimenti


Elenco delle istituzioni formative accreditate allo svolgimento dei Corsi di Formazione dei Restauratori
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Avvisi/visualizza_asset.html_1242224344.html 

Sos di Ravenna al Miur: le scuole di mosaico sono in pericolo
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-02-09/sos-ravenna-miur-scuole-mosaico-sono-pericolo-110944.shtml?uuid=AEIj1XR 

VIDEO - Intervista all'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma
https://www.youtube.com/watch?v=UUpzoRoxSAU 

Restauratori non riconosciuti - Problematiche per la qualifica professionale degli operatori del settore
http://nuvola.corriere.it/2014/04/19/restauratori-non-riconosciuti/

La restauratrice Francesca e la dignità di un mestiere dimenticato
http://nuvola.corriere.it/2013/11/07/francesca-il-restauro-e-la-dignita-di-un-mestiere-bistrattato/ 



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